GLOSSARIO - TECNICA - SPIEGAZIONI E INFO SULLE ARMI DA FUOCO

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  1. KingThor
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    GLOSSARIO

    Tratto da armietiro.it

    A-C

    Acciarino: congegno meccanico atto a provocare l'accensione della carica. Termine utilizzato prevalentemente per le armi ad avancarica a pietra focaia, è anche utilizzato per definire il meccanismo di percussione delle armi basculanti a retrocarica (sovrapposti, doppiette, express).
    Archibugio: antico fucile ad avancarica con canna lunga circa 1.000 mm. Il termine deriva dalla parola "archibuso", che significa "strumento forato che fa l'effetto dell'arco".
    Avancarica: sistema di caricamento che prevede l'introduzione della polvere e della palla dalla bocca dell'arma o, nel caso di revolver ad avancarica, dalla bocca di ciascuna camera del tamburo.
    Azione doppia: configurazione del sistema di scatto per la quale premendo il grilletto si causa sia l'armamento del cane, sia il suo sgancio.
    Azione mista: configurazione del sistema di scatto per la quale è possibile sparare sia in Doppia azione, sia armare il cane manualmente e scattare in Singola azione. Generalmente, in una pistola semiautomatica ad Azione mista il primo colpo può essere esploso a scelta del tiratore, mentre i successivi sono esplosi in Singola azione poiché il carrello provvede automaticamente ad armare il cane.
    Azione singola: configurazione del sistema di scatto per la quale la pressione del grilletto causa il solo sgancio del cane, che deve quindi essere armato per mezzo di un'azione meccanica ulteriore e indipendente (pressione del dito del tiratore o, in un'arma semiautomatica, arretramento del carrello).
    Bacinetto: anche detto scodellino. Piccola vaschetta fissata al meccanismo di sparo di un'arma ad avancarica a pietra focaia, destinata a contenere la polvere fine per l'innesco della cartuccia.
    Bascula: è la parte centrale dei fucili cosiddetti basculanti (doppiette, sovrapposti, drilling, monocanna). Realizzata in acciaio o lega leggera, ha la funzione di supportare le canne (che sono incernierate a essa), il meccanismo di chiusura, il meccanismo di scatto e il calcio. La parte inferiore è detta petto, le parti laterali sono dette fianchi. Il fondo di bascula è, invece, la parte che accoglie i ramponi di chiusura delle canne. In una doppietta, la tavola di bascula è la parte sulla quale appoggia la parte posteriore delle canne. La faccia di bascula è la parte sulla quale appoggiano i fondelli delle cartucce.
    Batteria: meccanismo di sparo a percussione; il termine indica anche un raggruppamento di più bocche da fuoco affidate a un unico comandante.
    Bergstutzen: termine tedesco con il quale si indica il fucile basculante a due canne sovrapposte, entrambe ad anima rigata.
    Bossolo: contenitore cilindrico, realizzato generalmente in ottone, rame o ferro dolce, che contiene e tiene uniti il proiettile, la polvere e l'innesco. La sua funzione principale, oltre che di proteggere le componenti dagli agenti atmosferici, è quella di sigillare ermeticamente la culatta espandendosi durante lo sparo, evitando così pericolosi sfoghi di gas verso il tiratore.
    Caduta: spostamento verso il basso del punto di impatto di un proiettile rispetto al punto mirato con gli organi di mira tarati per una distanza inferiore.
    Calciolo: parte terminale del calcio, contro la quale si appoggia la spalla. Il termine può anche indicare la stampella amovibile utilizzata da alcune pistole per consentire il tiro dalla spalla.
    Calibro: diametro della canna di un'arma, misurato fra i vuoti della rigatura. Può essere espresso in millimetri o in decimi di pollice. Nelle armi a canna liscia, il calibro è dato dal numero di palle sferiche in piombo del diametro della canna che fanno il peso di una libbra. Per esempio, il calibro 12 si chiama così perché nel peso di una libbra stanno 12 palle sferiche del diametro della canna (18,2 mm).
    Camera di scoppio: cavità posta nella culatta della canna (nei revolver è all'interno del tamburo), dimensionata per accogliere la cartuccia.
    Cane: parte di arma, a forma di martello, fulcrata al fusto nella propria estremità inferiore e libera di ruotare nella sua estremità anteriore. Il suo scopo è quello di urtare l'innesco della cartuccia, direttamente o per mezzo di un percussore, causando la partenza del colpo.
    Canna: parte di un'arma, generalmente costituita da un tubo, percorsa dal proiettile spinto dalla combustione della polvere. Ha il duplice scopo di consentire al proiettile la spinta propulsiva per un tempo sufficiente a raggiungere la velocità massima e di conferire alla palla la necessaria precisione e stabilizzazione per poter essere diretta sul bersaglio.
    Canna manometrica: è una canna speciale utilizzata per la prova delle pressioni sviluppate da una data cartuccia. In corrispondenza della camera è praticato un foro laterale, che comunica con un pistone. Quest'ultimo, allo sparo, comunica la spinta determinata dalla deflagrazione della carica a un cilindretto di rame, deformandolo. La misura della deformazione del cilindro determina la pressione (metodo Crusher). Esiste anche un altro metodo, denominato "a trasduttore", che invece del pistone con il cilindretto di rame utilizza un particolare cristallo di quarzo. Quest'ultimo, restituisce una tensione elettrica proporzionale alla pressione alla quale è soggetto, consentendo una misura più precisa.
    Carabina: con questo termine si indica un'arma lunga con canna di lunghezza compresa fra 475 mm e 550 mm. In gergo, si utilizza il termine carabina per indicare il fucile a canna rigata, in contrapposizione al fucile a canna liscia.
    Caricatore: parte dell'arma che contiene le cartucce. È monofilare quando le cartucce sono custodite in una sola colonna, bifilare quando le cartucce si dispongono su due colonne.
    Carrello: parte delle armi a ripetizione automatica, è costituito da un blocco prismatico che supporta l'otturatore (talvolta è un pezzo unico con quest'ultimo) e scorre all'interno del castello, provvedendo alle operazioni di alimentazione della cartuccia, estrazione ed espulsione del bossolo sparato.
    Cartuccia: insieme composto da proiettile, bossolo, polvere e innesco.
    Cartuccia a spillo: cartuccia a bossolo metallico, dotata di uno spinotto in ottone o ferro sporgente dal bordo del fondello che, colpito dal cane, comunica l'urto alla capsula di innesco, posta internamente al bossolo. La cartuccia fu messa a punto dall'armaiolo Houillier nel 1847 e utilizzata fino alla fine del XIX secolo.
    Castello: struttura portante di un'arma, che sostiene e mette in collegamento la canna, l'impugnatura, i meccanismi di sparo e di chiusura e il serbatoio.
    Cip: acronimo di Comitato internazionale per la prova delle armi da fuoco portatili. È l'ente europeo che stabilisce gli standard dimensionali e di pressione per le cartucce commerciali.
    Coccia: parte terminale dell'impugnatura a pistola di un fucile.
    Coefficiente balistico: indica la minore o maggiore resistenza offerta dal proiettile nell'attraversare l'aria. Si ricava dividendo la densità sezionale per il coefficiente di forma, una variabile complessa legata anche alla velocità. Il coefficiente balistico è, generalmente, inferiore a 1: più grande è il valore, migliore è il comportamento della palla in volo.
    Colletto: parte anteriore del bossolo, destinata a trattenere il proiettile.
    Combinato: fucile basculante a due canne, generalmente sovrapposte, di cui una ad anima liscia e l'altra rigata.
    Cono di forzamento: nei revolver indica l'estremità posteriore, priva di rigatura, della canna che sovrintende al "forzamento" della palla nelle rigature.
    Contropiastra: lamina in ottone o acciaio, sovente a forma di "L", che nelle armi ad avancarica è inserita nella cassa in legno dalla parte opposta alla piastra. Serviva a far sì che la testa delle viti di fissaggio della piastra non appoggiassero direttamente sul legno, danneggiandolo.
    Culatta: parte posteriore della canna, che generalmente accoglie la camera di cartuccia.

    D-F

    Densità sezionale: rapporto fra il peso del proiettile, espresso in libbre, e il diametro al quadrato, espresso in pollici.
    Deviazione standard: grandezza numerica utilizzata per conoscere la costanza fra più colpi di uno stesso lotto di cartucce di identico calibro. Si ottiene ricavando la media delle velocità di tutti i colpi e sottraendo questo dato a ogni singola misurazione. Si ottengono numeri (positivi e negativi) che prendono il nome di scarti. Se facessimo la somma degli scarti, otterremmo ovviamente zero. Tutti gli scarti devono avere segno positivo, perciò si elevano al quadrato tutti gli scarti, sommando i dati ottenuti e dividendoli per il numero di misurazioni effettuate. Estraendo, infine, la radice quadrata, si ottiene la Deviazione standard. Esempio: tre rilevazioni cronografiche hanno dato i seguenti valori: x1=233 m/sec, x2=234 m/sec, x3=228 m/sec; la media dei risultati è 231,7 m/sec. Sottraendo tale dato a ciascuna lettura si ottiene: +1,3; +2,3 e -3,7. Se non avessimo arrotondato il decimale della media, il risultato della somma degli scarti sarebbe 0.
    Elevando al quadrato, si ottengono valori positivi, 1,69, 5,29 e 13,69, la cui somma è 20,67. Si divide per 3 (cioè il numero delle rilevazioni svolte) e si ottiene 6,89. Estraendo la radice quadrata, si ricava la nostra Deviazione standard, pari a 2,62.
    Diottra: dispositivo utilizzato sulle carabine per dirigere con precisione l'arma sul bersaglio, in congiunzione con il mirino. Posta generalmente all'estremità posteriore del castello, si compone di uno zoccolo che reca una piattina in metallo o altro materiale con un foro centrale. Per mirare con la diottra, si traguarda con l'occhio attraverso il foro fino a trovare il mirino al centro di quest'ultimo e collimando entrambi al bersaglio.
    Doppietta: fucile a canna liscia a due colpi, dotato di due canne indipendenti disposte una accanto all'altra. È detto, più propriamente, fucile a canne giustapposte.
    Dorso: parte posteriore dell'impugnatura, in inglese detto backstrap.
    Drilling: fucile basculante dotato di tre canne, le cui culatte sono disposte a formare un triangolo con il vertice in basso. Le due canne superiori, affiancate, sono generalmente lisce, mentre quella inferiore, centrale, è rigata. Si tratta di una tipologia di arma utilizzata a fini esclusivamente venatori, diffusa specialmente in Europa centrale.
    Ejector: con questo termine si indica, generalmente, l'estrattore automatico di un'arma basculante. Questo, dopo aver estratto di pochi millimetri il bossolo dalla camera, lo espelle violentemente fuori, per l'azione di una molla.
    Elevatore: soletta in metallo o plastica che comunica la spinta della molla del serbatoio alle cartucce.
    Elsa: parte dell'impugnatura di una pistola semiautomatica che copre la porzione della mano compresa fra il pollice e l'indice.
    Espulsore: dispositivo atto a proiettare il bossolo sparato fuori dall'arma.
    Estrattore: leva incernierata all'otturatore o alla canna che provvede a estrarre il bossolo sparato o la cartuccia dalla camera di scoppio.
    Express: fucile basculante a due canne giustapposte o sovrapposte. Rispetto alla doppietta o al sovrapposto ha la peculiarità di avere entrambe le canne rigate.
    Fattore di potenza: parametro utilizzato nel Tiro dinamico, è espresso dalla formula PxV/1000, dove P è il peso del proiettile in grani, V la velocità in piedi al secondo. Nelle categorie Standard, Modified e Revolver si considera Major un fattore superiore a 170, Minor un fattore compreso tra 125 e 169,9. Per la Open, invece, il fattore Major si ha a partire da 160, mentre per la Production il fattore è unico e basta che non sia inferiore a 125. La differenza è importante, perché se colpendo la zona "A" (quella centrale) delle sagome in carta utilizzate nelle gare si assegnano 5 punti in ogni caso, sparando a fattore Major si assegnano 4 e 2 punti colpendo le zone più esterne "C" e "D", mentre sparando in Minor i punti sono rispettivamente 3 e 1.
    Focone: piccolo foro che mette in collegamento la sede dell'innesco con la camera a polvere del bossolo. È anche detto foro di vampa. Nelle armi ad avancarica, è lo stretto canale che mette in comunicazione la culatta della canna con lo scodellino (armi a pietra focaia) o con la capsula (armi a percussione).
    Fondello: parte posteriore del bossolo, comprendente l'orlo di presa dell'estrattore.
    Fucile: con questo termine si intende, generalmente, un'arma lunga con canna di lunghezza superiore ai 550 mm.
    Fucile ad ago: sviluppato per la prima volta dall'armaiolo prussiano Johann Nikolaus Von Dreyse nel 1848, consiste in un fucile con la canna chiusa posteriormente da un otturatore cilindrico scorrevole, all'interno del quale un sottile stelo in acciaio (ago) scattando spinto da una molla, attraverso un forellino nell'otturatore, colpisce l'innesco della cartuccia. Quest'ultima era costituita da un involucro di carta o di seta che racchiudeva la palla, la polvere e l'innesco. Quest'ultimo, generalmente, era posto tra la palla e la polvere, quindi l'ago doveva attraversare tutta la carica di lancio. Per evitare sfoghi di gas verso il tiratore, l'otturatore era dotato di una guarnizione in cuoio, caucciù o altro materiale elastico.
    Fucile a canna liscia: arma lunga destinata principalmente all'utilizzo di munizioni a proiettile multiplo (pallini, pallettoni), poiché la canna, essendo sprovvista di rigature, non riesce a stabilizzare un normale proiettile singolo. Per il tiro a palla singola si utilizzano speciali proiettili con appositi rilievi elicoidali che, per azione dell'aria, provvedono a imprimere la rotazione sull'asse longitudinale indispensabile alla stabilizzazione in volo.
    Fucile a canna rigata: arma lunga destinata principalmente all'utilizzo di munizioni a proiettile singolo che, forzando nella rigatura, ricevono un impulso rotatorio intorno al proprio asse longitudinale, che ne stabilizza il moto in volo. L'utilizzo di munizioni a pallini è sconsigliato in una canna rigata, perché le rigature deformano i pallini causando un allargamento anormale della rosata.

    G-R

    Giustezza: attitudine di un'arma a colpire esattamente il punto mirato. Generalmente, si definisce "giusta" un'arma con gli organi di mira perfettamente tarati.
    Grilletto: leva di forma più o meno arcuata che attua lo sgancio del sistema di percussione sotto la pressione del dito indice, causando la partenza del colpo.
    Incrudimento: fragilità del metallo dovuta a eccessiva rigidità, causata da un elevato numero di deformazioni. Si può eliminare con la ricottura.
    Innesco: dispositivo che causa l'accensione della carica di lancio della cartuccia in conseguenza di un urto o di uno sfregamento.
    Kipplauf: termine tedesco con il quale si è soliti indicare il fucile basculante monocanna ad anima rigata.
    Luminello: perno cavo, avvitato alla culatta di un'arma da fuoco a percussione, sul quale si pone la capsula. Quando il cane batte sulla capsula, la fiammata si trasmette attraverso l'interno del luminello alla carica posta entro la canna.
    Martellina: piastra in acciaio a forma di "L" che, nelle armi ad avancarica a pietra focaia, viene urtata dalla pietra fissata al cane, scoprendo il bacinetto e generando le scintille che accendono la polvere di innesco.
    Mirino: piccola sporgenza posta all'estremità anteriore della canna di un'arma, in metallo, plastica o fibra ottica, che serve per dirigere con precisione l'arma verso il bersaglio. Nei fucili a canna liscia è generalmente il solo dispositivo di mira presente, mentre nelle armi a canna rigata è utilizzato in congiunzione con la tacca di mira.
    Mirino Patridge: mirino utilizzato prevalentemente sulle armi per tiro accademico, è caratterizzato dalla forma a lama con l'estremità posteriore squadrata e quella anteriore arrotondata.
    Minigonna: parte terminale, sovradimensionata, dell'impugnatura di una pistola semiautomatica destinata al Tiro dinamico. Ha lo scopo di migliorare la presa e, grazie a un'apposita svasatura, di agevolare l'inserimento del caricatore in velocità.
    Moschetto: arma lunga con canna di lunghezza inferiore a 475 mm.
    Munizione spezzata: cartuccia caricata con più proiettili, generalmente pallini o pallettoni.
    Otturatore: blocco prismatico deputato a sigillare la cartuccia entro la camera di scoppio.
    Palla asciutta: proiettile singolo (Brenneke, Gualandi, eccetera) utilizzato nei fucili a canna liscia. Il termine è utilizzato per distinguere questo caricamento da quello a pallini o pallettoni.
    Pallettone: sfera di piombo di dimensioni superiori a 5 mm, utilizzata nel caricamento delle cartucce per fucile a canna liscia. Dal punto di vista legislativo, la cartuccia a pallettoni è assimilata a quella caricata a pallini.
    Pallino: piccola sfera di piombo di diametro compreso fra 0,7 mm e 5 mm circa. È utilizzata nel caricamento delle cartucce per fucile a canna liscia.
    Percussore: componente realizzato in acciaio o in titanio che trasmette l'urto impresso dal cane all'innesco della cartuccia, causando la partenza del colpo. Quando lo sparo è causato dal solo percussore che, spinto da una molla, genera l'urto necessario allo sparo, si dice che l'arma funziona a percussore lanciato.
    Piastra: lamina in acciaio che, nelle armi ad avancarica, sostiene i componenti del meccanismo di sparo.
    Precisione: attitudine di un'arma a concentrare in un'area ristretta del bersaglio più colpi distinti, indipendentemente dal punto mirato.
    Prova forzata: test realizzato dal Banco di prova per la verifica della robustezza e sicurezza d'uso di un'arma. Normalmente, la prova comporta lo sparo di una speciale cartuccia erogante il 25% in più di pressione rispetto a una normale cartuccia commerciale.
    Retrocarica: principio di funzionamento che prevede il caricamento dell'arma dalla culatta.
    Revolver: anche detto rivoltella. Arma corta a ripetizione dotata generalmente di una sola canna e di un tamburo contenente quattro o più colpi. L'armamento del cane causa la rotazione del tamburo di una frazione di giro, in modo che una camera sia sempre allineata con la culatta della canna.
    Ricalibratura: operazione della ricarica che prevede il passaggio del bossolo entro un'apposita matrice (die) per ripristinare le dimensioni originarie possedute prima dello sparo.
    Ricottura: procedimento utilizzato nella ricarica, che consiste nel riscaldare il colletto di un bossolo per eliminare l'incrudimento, cioè l'eccessiva rigidità dovuta a ripetute deformazioni.
    Rigatura: solcatura dell'anima della canna con due o più scanalature ad andamento elicoidale. La rigatura ha lo scopo di imprimere al proiettile un moto rotatorio intorno al proprio asse longitudinale, per stabilizzarne il volo. La rigatura è generalmente identificata dal numero dei solchi, detti princìpi, e dal loro passo, ovvero la lunghezza di un giro completo.
    Rosata: insieme di più impatti di colpi partiti da un'unica arma. Può essere determinata dall'esplosione di un unico colpo con più proiettili (munizione spezzata) o da più colpi con un solo proiettile ciascuno.

    S-Z

    Saami: acronimo di Small arms and ammunition manufacturers institute. È l'ente che, negli Stati Uniti, stabilisce lo standard dimensionale e di pressione delle cartucce, analogamente al Cip europeo.
    Sicura: dispositivo a inserimento manuale o automatico che, quando attivato, preclude lo sparo. Può agire sul dispositivo di scatto, sul percussore, sul cane o su più elementi contemporaneamente.
    Sgancio: con questo termine si indica l'istante in cui, a seguito della pressione del grilletto, il cane o il percussore si svincolano dall'azione del dente di scatto e si abbattono, causando la partenza del colpo.
    Spalla: porzione rastremata di raccordo fra il corpo del bossolo e il colletto, più stretto. Se il bossolo è cilindrico o conico ad andamento costante, la spalla non è presente.
    Sovrapposto: fucile a canna liscia dotato di due canne indipendenti disposte l'una sopra all'altra.
    Tacca di mira: zoccolo metallico o plastico, posto generalmente nella parte posteriore o mediana di un'arma a canna rigata, recante un intaglio che serve per dirigere con precisione l'arma sul bersaglio, in congiunzione con il mirino. La mira si esegue traguardando con gli occhi attraverso l'intaglio della tacca di mira fino a trovare il mirino al centro di quest'ultimo e collimando entrambi al centro del bersaglio.
    Taratura: regolazione degli organi di mira di un'arma per fare sì che colpisca il punto mirato, oppure un punto che dista una lunghezza predeterminata dal punto mirato.
    Vivo di culatta: estremità posteriore della canna.
    Vivo di volata: estremità anteriore della canna, anche detta bocca.
    Volata: parte anteriore della canna.

    VOCABOLARIO

    A-B

    Accuracy: precisione di un’arma.
    Action: letteralmente, azione. Nelle carabine bolt-action indica il castello.
    Adjustable: regolabile.
    Aiming: mirare, prendere la mira.
    Ambidextrous: ambidestro.
    Anvil: incudine, parte dell’innesco contro la quale batte la coppetta deformata dal percussore.
    Armour piercing: proiettile perforante.
    Assembly: insieme di parti; in senso lato, una struttura contenente più particolari.
    Automatic: a funzionamento automatico (utilizzato anche per indicare il funzionamento semiautomatico).
    Backstrap: parte posteriore dell’impugnatura di una pistola semiautomatica o di un revolver.
    Ball: palla, proiettile. In senso lato, può indicare anche l’intera cartuccia. Nella terminologia militare, indica il caricamento a palla ordinaria.
    Band: fascetta; termine utilizzato soprattutto per indicare, nei fucili militari ad avancarica, le fascette che vincolano la canna alla cassa.
    Barrel: canna.
    Bayonet: baionetta.
    Beavertail: coda di castoro; termine utilizzato, generalmente, per indicare un tipo particolare di astina di fucile che si allarga nella parte anteriore.
    Bedding: struttura, composta di materiali variegati (alluminio, fibra di vetro) che separa l’azione della carabina dalla calciatura, rendendo migliore il contatto tra il metallo del castello e il materiale del calcio (legno, polimeri).
    Belt: nastro da mitragliatrice.
    Belted: fondello di cartuccia cinturato. È così definita una cartuccia che, appena sopra la scanalatura per l’estrattore, presenta un anello sporgente di rinforzo.
    Bench rest: appoggio da banco per la carabina. Indica anche una disciplina di tiro di precisione.
    Big five: i cinque animali ritenuti più pericolosi e prestigiosi per i safaristi: elefante, rinoceronte, bufalo, leone, leopardo.
    Big game: caccia grossa.
    Bipod: bipiede per carabina.
    Blade: lama; blade sight, mirino a lama.
    Blank: a salve.
    Blast: esplosione; indica anche la vampa di bocca.
    Blowback: chiusura labile o a massa semplice di un’arma a funzionamento automatico
    Blueing: brunitura di colore blu o nero.
    Boat tail: nei proiettili, il termine indica la forma rastremata della parte posteriore della palla.
    Bobbed: cane di pistola o revolver con la cresta parzialmente o totalmente tagliata. Alcune aziende forniscono armi per il porto occulto con questo accorgimento, per evitare che la cresta del cane si impigli negli abiti durante l’estrazione dell’arma.
    Bolt: otturatore.
    Bolt action: carabina a ripetizione con otturatore girevole scorrevole.
    Bore: anima della canna.
    Bottlenecked: cartuccia con bossolo a collo di bottiglia.
    Brake: freno; muzzle brake, freno di bocca.
    Brass: ottone; in senso lato, bossolo.
    Breech: culatta
    Browning: brunitura di colore marrone o melanzana.
    Buckhorn: corno di cervo; indica un particolare tipo di tacca di mira, utilizzato soprattutto nelle carabine a leva statunitensi, nel quale la foglietta imita nella forma un paio di corna di cervo.
    Buckshot: pallettoni.
    Bull barrel: canna pesante. Indica una canna di profilo massiccio, praticamente cilindrica.
    Bullet: proiettile.
    Bullseye: letteralmente, occhio di bue. Indica il centro del bersaglio. Anche utilizzato per definire un tipo di vite, utilizzato soprattutto nei revolver a Singola azione tipo colt 1873 per trattenere l’asse del tamburo.
    Burning rate: velocità di combustione di una polvere da sparo.
    Bushing: boccola che limita il gioco tra la volata della canna e la parte anteriore del carrello. La più nota arma che lo utilizza è la pistola semiautomatica Colt 1911.
    Butt: parte terminale del calcio; round butt, calcio arrotondato; square butt, calcio squadrato.
    Butt plate: calciolo, parte terminale del calcio realizzata in metallo, gomma o plastica.
    Butt stock: pala del calcio.

    C-D

    Caliber: calibro.
    Cannelure: scanalatura godronata, praticata generalmente intorno alla palla per la crimpatura.
    Cap: capsula fulminante.
    Cap and ball: arma ad avancarica con accensione a percussione.
    Carbine: carabina.
    Cartridge: cartuccia.
    Case: bossolo.
    Case body: corpo del bossolo.
    Case hardened: finitura tartarugata, ottenuta per immersione del pezzo rovente in olio.
    Case head: fondello del bossolo.
    Case neck: colletto del bossolo.
    Case shoulder: spalla del bossolo.
    Cast: fuso. Usato spesso per indicare proiettile in lega non mantellato.
    Cast off: disassamento verso destra della pala del calcio. È anche detto vantaggio.
    Cast on: disassamento verso sinistra della pala del calcio. È anche detto vantaggio.
    Centerfire: cartuccia a percussione centrale.
    Chamber: camera di cartuccia.
    Checkering, Checkered: zigrinatura, zigrinato.
    Cheekpiece: appoggiaguancia.
    Choke: strozzatura della canna. Indica, in un fucile a canna liscia, la misura del restringimento della zona anteriore dell’anima della canna. Può essere indicata in decimi di millimetro o in stelle; una stella corrisponde a 10/10, cinque stelle corrispondono a una canna quasi cilindrica.
    Chrome plated: cromato.
    Cleaning: pulizia.
    Clip: piastrina porta cartucce (per esempio, quella del ’91 italiano); anche indicata come “stripper clip”.
    Coating: rivestimento; indica anche il trattamento superficiale.
    Cook fire: autoaccensione della cartuccia. È un fenomeno che può accadere nelle armi automatiche, quando il notevole calore raggiunto dalla canna sparando a raffica innesca la cartuccia lasciata in camera di scoppio.
    Core: nucleo del proiettile.
    Crane: giogo; cylinder crane, giogo del tamburo.
    Crimp: crimpatura, restringimento del bossolo atto a trattenere la palla. Può essere di due tipi: il taper crimp, utilizzato nei calibri che vanno in battuta sul colletto, consiste nella semplice tensione elastica della bocca del bossolo; il roll crimp, utilizzato nei calibri che vanno in battuta sulla spalla o sul fondello, consiste in una piegatura dell’orlo entro un’apposita scanalatura della palla (vedi cannelure).
    Cross hair: reticolo di cannocchiale costituito da due sottili linee perpendicolari.
    Custom: costruito artigianalmente, con caratteristiche fuoriserie.
    Cylinder: tamburo di revolver.
    Die: stampo, o serie di stampi, per la ricarica delle cartucce.
    Double action: doppia azione. È così detto il funzionamento della scatto che consente, con la sola pressione del grilletto, di armare il cane e percuotere il percussore.
    Dao: Double action only, scatto in sola Doppia azione.
    To Decock: disarmare il cane.
    Double set trigger: scatto bigrillo.
    Drift: deriva laterale di un proiettile.
    Dust cover: in una pistola semiautomatica, parte del fusto compresa tra l’estremità anteriore e il ponticello del grilletto; termine utilizzato anche per definire il coperchio, generalmente in lamiera, che protegge dalla polvere l’otturatore di un’arma quando questo è in chiusura.

    E-G

    Edge: filo della lama.
    Ejector: espulsore.
    Elevation: elevazione, regolazione di un sistema di mira lungo l’asse verticale.
    Energy: energia.
    Engraving, engraved: incisione, inciso.
    Extractor: estrattore.
    Extractor groove: solco per l’estrattore praticato sulla circonferenza del fondello del bossolo.
    Falling block: arma monocolpo a blocco cadente. L’otturatore è costituito da un blocchetto che si sposta verso il basso per consentire il caricamento.
    Fanning: tecnica di tiro con il revolver a singola azione, consistente nell’armare il cane ripetutamente con la mano debole, mentre l’indice della mano forte tiene premuto il grilletto.
    Feeding: alimentazione delle munizioni.
    Finger loop: anello appoggiadito.
    Firing pin: percussore, cilindro metallico che batte contro l’innesco accendendo la cartuccia.
    Fixed sights: organi di mira fissi, non regolabili.
    Flintlock: accensione a pietra focaia.
    Floating chamber: camera flottante. Si tratta di una camera di cartuccia costruita a parte, che può scorrere parzialmente all’indietro. Questo consente di moltiplicare la forza di rinculo di una cartuccia. È utilizzata principalmente nella pistola semiautomatica Colt Ace, versione calibro .22 della Colt 1911A1.
    Floorplate: fondello del caricatore o del serbatoio.
    Flutes: scanalature parallele praticate intorno alla circonferenza del tamburo di un revolver o della canna di una carabina, per risparmiare peso o aumentare la superficie disperdente il calore.
    Flyer: colpo errante, che non impatta all’interno della rosata tipica dell’arma.
    Folding: pieghevole; folding stock, calcio pieghevole.
    Follower: elevatore. È il pezzo che, in un caricatore, si trova tra la molla principale e le cartucce.
    Forcing cone: cono di forzamento. In un revolver, l’estremità posteriore della canna, di forma leggermente conica, posta prima dell’inizio della rigatura.
    Forearm: astina della calciatura del fucile, atta a consentire l’appoggio della mano debole.
    Forend: estremità anteriore della calciatura.
    Fouling: morchie, residui di polvere incombusta e residui di combustione che si depositano nell’anima della canna.
    Frame: telaio, fusto dell’arma.
    Freebore: tratto iniziale della canna, compreso tra la fine della porzione cilindrica della palla e l’inizio della rigatura.
    Front strap: parte anteriore dell’impugnatura di una pistola semiautomatica o di un revolver.
    Full metal jacket: proiettile blindato. Il nucleo, in piombo, è forzato entro un guscio di metallo più duro, come rame od ottone.
    Gap: spazio, fessura. Il termine è sovente utilizzato per indicare il gioco tra la faccia anteriore del tamburo del revolver e la faccia posteriore del cono di forzamento.
    Gas check: piattina di rame, o altro metallo, che riveste il fondello di una palla in piombo per evitare che il contatto del piombo con i gas di sparo deformi il proiettile.
    Gas operated: arma a funzionamento automatico a recupero di gas.
    Gauge: calibro, in senso letterale. Il termine è anche utilizzato per indicare le cartucce per fucile a canna liscia o, anche, i calibri tampone per la verifica delle dimensioni della camera di cartuccia (chamber gauge).
    Grip: impugnatura, guancetta.
    Grip safety: sicura automatica all’impugnatura, che impedisce all’arma di sparare se non impugnata correttamente.
    Grooves: rigature elicoidali dell’anima della canna.
    Group: rosata, dispersione di una serie di colpi sparati mirando uno stesso punto, misurata tra i centri dei colpi più distanti.
    Guard: guardia, ponticello del grilletto; termine utilizzato anche per indicare munizioni per tiro ridotto, a corta gittata.
    Gunsmith: armaiolo.

    H-L

    Half cock: mezza monta del cane.
    Half moon clip: piastrina a mezza luna, della capacità di tre cartucce, che consente di utilizzare in un revolver munizioni sprovviste di collarino. Esistono anche piastrine della capacità di sei cartucce (full moon clip).
    Hammer spur: cresta del cane.
    Hammerless: definizione propria di arma con cane interno, non attivabile manualmente.
    Hand: leva che consente la rotazione del tamburo di un revolver.
    Handgun: pistola, arma corta.
    Handle: maniglia, manubrio dell’otturatore.
    Handloading: caricamento manuale; termine utilizzato prevalentemente per indicare l’attività della ricarica casalinga.
    Headspace: misura della distanza tra la zona di battuta della cartuccia nella camera e la faccia dell’otturatore. In senso lato, si utilizza per indicare la zona di una cartuccia che va in battuta nella camera di scoppio.
    Heavy barrel: canna pesante, sinonimo di bull barrel.
    Hold open: dispositivo, solitamente una leva, che mantiene l’otturatore di un’arma in apertura dopo lo sparo dell’ultimo colpo, in modo da avvertire il tiratore che l’arma è scarica.
    Hollow point: proiettile espansivo a punta cava.
    Holster: fondina.
    Housing: alloggiamento; mainspring housing, alloggiamento della molla cinetica del cane.
    Ignition: accensione.
    Indoor: proprio di attività svolta al chiuso.
    Iron sights: mire metalliche.
    Jam, jamming: inceppamento.
    Jump: letteralmente, salto; indica il rilevamento dell’arma.
    Keyhole: letteralmente, buco della serratura. Indica l’impatto di un proiettile sul bersaglio di traverso, perché non stabilizzato dalla rigatura della canna.
    Kick: pedata; espressione gergale per indicare il rinculo.
    Knurled: zigrinato, godronato.
    Land: pieno, rilievo delle rigature.
    Lanyard ring: anello per il correggiolo.
    Leading: impiombatura, deposito di piombo tra le rigature della canna.
    Lever action: fucile a ripetizione con funzionamento a leva.
    Line of sight: linea di mira, distanza tra il mirino e la tacca di mira.
    Load, loaded: carica, carico
    Lock time: tempo intercorrente tra la battuta del cane e l’accensione della polvere.

    M-R

    Magazine: serbatoio, caricatore.
    Mainspring: molla cinetica del cane.
    Matte: opaco.
    Moa: Minute of angle, misura dell’ampiezza di una rosata pari a un pollice (25,4 mm) a 100 yarde (91,7 metri).
    Misfire: cilecca, mancata percussione.
    Muzzle: volata, estremità anteriore della canna.
    Matchlock: accensione a miccia.
    Oal: Over all lenght, indica la lunghezza totale di una cartuccia.
    Patch: pezzuola, di pelle o tessuto, utilizzata per avvolgere le palle per armi ad avancarica in modo da garantire che le stesse forzino nella canna.
    Pattern: modello, tipo; può anche indicare il tipo di mimetismo di un tessuto, o in senso lato la rosata.
    Peep sight: diottra.
    Percussion: accensione a percussione.
    Pinfire: percussione a spillo.
    Pit: camola di ruggine; è il forellino che si forma in seguito a corrosione su una superficie metallica.
    Pouch: giberna porta cartucce.
    Powder: polvere da sparo; Black powder, polvere nera.
    Primer: innesco.
    Psi: pound per square inch, libbre per pollice quadrato, unità di misura di pressione.
    Pump action: sistema di ripetizione a pompa.
    Ramrod: bacchetta per il caricamento delle armi ad avancarica.
    Range: distanza, portata di tiro.
    Reamer: alesatore di camera di cartuccia.
    Rear sight: tacca di mira.
    Receiver: castello, fusto.
    Recoil: rinculo.
    Recoil pad: ammortizzatore di rinculo.
    Rest: supporto, appoggio.
    Rimfire: cartuccia a percussione anulare.
    Rimless: munizione con fondello dello stesso diametro del corpo, dotata di una scanalatura per l’estrazione.
    Rimmed: munizione con fondello di diametro maggiore del corpo, sul quale fa presa l’estrattore.
    Rod: bacchetta; cleaning rod, bacchetta di pulizia.
    Rolling block: fucile con otturatore a blocco rotante.
    Round: arrotondato; in senso lato, cartuccia.

    S-Z

    Safety: leva di sicura.
    Scabbard: fodero, generalmente di baionetta.
    Score: punteggio.
    Screw: vite.
    Sear: dente di aggancio del cane.
    Self loading: a caricamento automatico.
    Sharpshooter: tiratore scelto, sinonimo di sniper.
    Shell: bossolo o cartuccia per fucile a canna liscia.
    Shot: sparo, colpo. In senso lato, indica munizioni caricate a pallini.
    Shotgun: fucile a canna liscia.
    Sideplate: cartella laterale, che generalmente protegge i meccanismi interni di un’arma.
    Single action: Singola azione. È così definito il sistema di scatto che, premendo il grilletto, consente lo sgancio del cane e la partenza del colpo, ma che richiede l’arretramento manuale del cane.
    Single shot: arma monocolpo.
    Single trigger: scatto monogrillo.
    Six gun: rivoltella.
    Slide: carrello, portaotturatore.
    Sling: cinghia di trasporto.
    Smokeless: polvere infume alla nitrocellulosa.
    Smooth bore: canna ad anima liscia.
    Speedloader: carichino. È un congegno che consente di caricare simultaneamente tutte le camere del tamburo di un revolver.
    Sporter: arma utilizzata per caccia o tiro a segno.
    Spring: molla.
    Steel: acciaio.
    Stock: calciatura.
    Straight-pull rifle: fucile a ripetizione con otturatore a corsa rettilinea, solo scorrevole, come il Mannlicher 1895 Austro ungarico.
    Striker: percussore.
    Stud: attacco, aggancio; bayonet stud, attacco per la baionetta.
    Submachine gun: pistola mitragliatrice.
    Swivel: maglietta, asola metallica per il fissaggio della cinghia del fucile.
    Take down: arma smontabile agevolmente in due parti, per mezzo di un innesto a baionetta o altro artificio.
    Tang: codolo.
    Tapered: rastremato.
    Tip up: indica un’arma, generalmente un revolver, nella quale la canna ruota verso l’alto per consentire il caricamento.
    Top break: indica un’arma, generalmente un revolver, nella quale la canna e il tamburo ruotano verso il basso per consentire il caricamento.
    Throat: la parte dell’anima della canna compresa tra la fine della camera di scoppio e l’inizio della rigatura.
    Thumb rest: appoggio per il pollice.
    Toe: parte del calcio opposta alla piega.
    Toggle joint action: chiusura a ginocchiello.
    Trajectory: traiettoria.
    Transfer bar: leva che trasmette, in un revolver, la battuta del cane al percussore solo se il grilletto è completamente premuto.
    Trigger: grilletto.
    Trigger pull: peso di scatto.
    Trigger reach: distanza tra impugnatura e grilletto.
    Twist: passo di rigatura, distanza entro la quale la rigatura compie un giro completo.
    Upgrade: aggiornamento, ammodernamento.
    Velocity: velocità.
    Ventilated rib: bindella ventilata.
    Wad: borra, feltrino.
    Wad cutter: proiettile a punta completamente piatta.
    Walnut: legno di noce.
    Waterproof: impermeabile.
    Weapon: arma.
    Wheel gun: sinonimo di revolver, pistola a rotazione.
    Windage: derivazione, regolazione in senso laterale della mira.
     
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    SISTEMA DI IDENTIFICAZIONE DEI CALIBRI

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    Tratto da armietiro.it

    Per identificare una cartuccia per carabina a canna rigata, il sistema europeo prevede due parametri fondamentali: diametro e altezza del bossolo, misurati in millimetri. È previsto anche un codice che dia informazioni sul tipo di fondello. Normalmente, il bossolo rimless non ha alcun suffisso; per il fondello rimmed, viene aggiunta una R; per il fondello cinturato viene aggiunta una B; per il rebated viene talvolta aggiunto il suffisso Rb o Rr. Così, il calibro 9,3x74R rappresenta una cartuccia con un bossolo vuoto alto 74 mm, largo alla bocca 9,3 mm, con orlo sporgente. Il calibro 7x57 ha un bossolo vuoto alto 57 mm e largo alla bocca 7 mm, con scanalatura (rimless). Per identificare le cartucce per pistola, invece, viene solitamente citato il solo diametro alla bocca, congiuntamente al nome del progettista o del fabbricante dell’arma che per prima l’ha utilizzata: 6,35 Browning, 7,63 Mauser, 8 mm Roth-Steyr. Non mancano, naturalmente, eccezioni e varianti: il 9x21 ha la denominazione dei calibri per carabina, tuttavia è un calibro per pistola; l’ 8x57 Is è rimless, e il suffisso fa riferimento ad altre informazioni (Infanterie spitzgeschoss). Gli anglosassoni hanno le unità di misura di lunghezza basate sul pollice, non sul millimetro. Per questo motivo, il diametro del proiettile viene indicato in frazioni di pollice (un pollice è pari a 25,4 mm), evitando di riportare lo zero davanti (quindi non 0.22, ma .22). Il calibro viene perciò indicato con il diametro in frazioni di pollice, seguito dal nome del fabbricante o dell’ inventore, oppure da un aggettivo (.22 Hornet, ..222 Remington, .308 Winchester). I calibri di vecchia concezione vengono invece indicati con due numeri: il primo indica il diametro del proiettile mentre il secondo, separato da un trattino, indica la carica di polvere nera in grani (un grano è pari a 0,0648 grammi).

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    Così, una cartuccia calibro .45-70 spara un proiettile del diametro di 45 centesimi di pollice, propulso da 70 grani di polvere nera. Talvolta, può essere indicato un terzo numero di seguito agli altri due, che indica il peso del proiettile in grani. Il calibro .45-70-405 ha un proiettile del diametro di .45 pollici, pesante 405 grani, spinto da 70 grani di polvere nera. Anche qui, le eccezioni si sprecano: il .30-06 non è propulso da sei grani di polvere, ma è stato adottato dalle forze armate statunitensi nel 1906; il .308 Norma magnum ha una denominazione anglosassone, ma è di ideazione europea. Che si utilizzi la nomenclatura europea o quella anglosassone, è necessario ricordarsi che il diametro del proiettile indicato è un valore puramente convenzionale: si avvicina a quello reale, ma raramente coincide con esso. Il dato serve principalmente a distinguere la cartuccia da altre che montano proiettili dello stesso diametro. Così, il .218 Bee, il .219 Zipper, il .222 Remington e il .223 Remington montano tutti proiettili del diametro di .224 pollici. Il .38 Special e il .357 magnum montano proiettili di .357 pollici, e così via.

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    Edited by KingThor - 26/2/2011, 02:03
     
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    GLI ACRONIMI DEI PROIETTILI

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    I produttori di munizioni, per designare il tipo di palla installato su una cartuccia, utilizzano spesso un acronimo che descrive, sinteticamente, il tipo di palla e il suo profilo. Ecco, quindi, un elenco delle abbreviazioni più frequentemente utilizzate:

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    Le sigle si possono trovare anche in combinazione fra loro: per esempio, Hpbt (proiettile a punta cava e base rastremata), Lrntfl (proiettile in piombo a punta arrotondata e ricoperto di Teflon), Tcbb (proiettile troncoconico con base piana e spigolo smussato).


    Le abbreviazioni dei proiettili militari:

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    Anche in questo caso, sono possibili combinazioni: per esempio Hei-t (esplosivo incendiario tracciante), Api-t (perforante incendiario tracciante).




    Edited by KingThor - 24/2/2011, 00:31
     
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    COME SONO UNITE LE CANNE DELLA DOPPIETTA

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    Tratto da armietiro.it


    L’accoppiamento delle canne può essere effettuato in due modi fondamentali: a demibloc o a monobloc. Nel primo caso, ciascun tubo nasce con un sottile zoccolo, che viene saldato a quello dell’altra canna: i due zoccoli sottili, così, diventano uno solo, spesso il doppio: in questa zona vengono ricavati, per asportazione di truciolo, i ramponi veri e propri. Il sistema monobloc è leggermente più semplice: i tubi delle canne sono perfettamente cilindrici, e vengono forzati e saldati dentro un blocchetto che costituisce la culatta, sotto al quale è ricavata la ramponatura.

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    I CALIBRI PER LA CANNA LISCIA

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    Le cartucce destinate a essere utilizzate nei fucili a canna liscia (shotgun), caricate a pallini o a palla singola, ricevono una denominazione ancora diversa. Il calibro viene, cioè, indicato con il numero di palle sferiche in piombo, del diametro dell’anima della canna dell’arma, necessarie a fare il peso di una libbra (454 grammi). Così, il calibro 12 è tale per cui 12 palle sferiche in piombo del diametro della canna (18,5 mm) pesano 454 grammi. Risulta evidente, quindi, che il calibro 12 sia più grande del calibro 20 e più piccolo del calibro 10. I bossoli dei calibri per armi a canna liscia sono offerti in diverse lunghezze, quindi si usa indicare, accanto al numero identificativo della cartuccia, la lunghezza del bossolo sparato: 12/70 indica, quindi, un calibro per il quale 12 palle sferiche pesano una libbra, con bossolo lungo 70 mm. Vengono normalmente offerte anche cartucce con bossolo di 76 mm (magnum) o, limitatamente al calibro 12, 89 mm. Sono stati commercializzati, nel tempo, i seguenti calibri: 4, 8, 10, 12, 14, 16, 20, 24, 28, 32, 36. Quest’ultimo, in versione magnum è anche detto .410, intendendosi con ciò il diametro del proiettile in pollici. I calibri più grossi del 12 sono caduti in disuso e non sono consentiti per utilizzo venatorio in Italia. Il calibro 14 è stato fabbricato per un periodo molto limitato, non offrendo alcun reale vantaggio rispetto al 12 o al 16. Anche i calibri 24 e 32 non sono più molto usati. In India, nel XIX secolo è stato adottato per usi di polizia un fucile a canna liscia con meccanica Martini-Henry in calibro 13, allo scopo di impedire ai civili l’utilizzo delle cartucce commerciali in caso di furto dell’ arma. Anche i pallini hanno, a seconda del diametro, una numerazione convenzionale, che va da 000 a 11: i pallini numero 11 hanno un diametro di circa 1,5 mm, che arriva a 4,4 mm per gli 000. Oltre questa misura massima, vi sono i cosiddetti pallettoni, che hanno una loro numerazione propria, da 4/0 (4,5 mm) a 11/0 (8,6 mm).

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    COM'E' FATTA UNA CARTUCCIA?

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    Tratto da armietiro.it


    La cartuccia per le moderne armi a retrocarica si compone di quattro elementi: bossolo, palla, polvere, innesco. La palla, o proiettile, è l’oggetto che viene sparato verso il bersaglio, spinta dalla combustione della polvere, che a sua volta viene fatta deflagrare dall’esplosione iniziale di una piccola quantità di esplosivo sensibile all’urto, contenuta nell’innesco. Il bossolo ha la funzione di conservare uniti gli altri elementi, custodirli dagli agenti esterni e sigillare la camera di scoppio, in modo tale che i gas di sparo non sfuggano posteriormente, ma siano tutti sfruttati per spingere la palla. L’ innesco è la parte più importante per il funzionamento della cartuccia. Si tratta, in sostanza, di un componente che trasforma un urto meccanico (la percussione) in una reazione chimica di combustione, che accende la carica di lancio vera e propria. Nelle cartucce a percussione periferica (rimfire), il fondello è dello stesso spessore del corpo: la sostanza innescante (fulminato di mercurio o stifnato di piombo) è collocata all’interno dell’orlo, a diretto contatto della polvere. Il percussore colpisce l’estremità del fondello, schiacciando la carica di fulminato tra le due pareti del fondello e provocandone, così, la detonazione. Nelle cartucce a percussione centrale, invece, il fondello è considerevolmente più spesso delle pareti. L’innesco è composto da un bicchiere di ottone e da un’incudine, tra i quali è posto il composto di accensione. La percussione schiaccia il fulminato tra la coppetta dell’innesco e l’incudine, provocandone l’accensione. L’incudine può essere un pezzo a parte (sistema Boxer), foggiato a forma di trifoglio: la fiammata passa tra un petalo e l’altro e attraversa lo spessore del fondello tramite un foro centrale, detto focone o foro di vampa. In molti bossoli militari, invece, l’ incudine è ricavata per tornitura al centro della sede nel bossolo. In questo caso, la fiammata passa attraverso due fori di vampa che attraversano il fondello ai lati dell’incudine. Le cartucce austro-ungariche utilizzate nella prima guerra mondiale hanno, invece, un unico foro centrale che attraversa l’ incudine.

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    I TIPI DI BOSSOLO

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    Tratto da armietiro.it

    La forma tipica del bossolo ha una struttura a sezione circolare con un fondo massiccio, di forma cilindrica, conica o a collo di bottiglia. Il fondello del bossolo ha generalmente una forma che permetta al congegno estrattore dell’arma di afferrarlo e tirarlo fuori dalla camera di cartuccia. Le tipologie di fondello sono: Con orlo sporgente (rimmed): il fondello ha un orlo di diametro superiore alla base del bossolo. Scanalato (rimless): il fondello ha lo stesso diametro della base. Per poter essere presa dall’estrattore, la base del bossolo è dotata di una scanalatura anulare. Semi-rimmed: soluzione intermedia tra i primi due sistemi. Il bossolo ha una scanalatura di presa per l’estrattore, ma il fondello è di diametro leggermente superiore a quello della base. A fondello ribassato (rebated): è presente una scanalatura come nel rimless, ma il fondello ha un diametro inferiore a quello della base del bossolo. Questo tipo di configurazione consente di utilizzare otturatori nati per calibri inferiori. Nelle pistole semiautomatiche è emblematico il caso del .41 Action express (10 mm), nato per essere utilizzato in armi nate per il 9 mm parabellum. Fondello cinturato (belted): alcune cartucce che sviluppano pressioni particolarmente elevate hanno una base del bossolo più spessa del corpo, che si raccorda con uno scalino. In tal modo, la parte posteriore della camera di scoppio interna si trova supportata da uno spessore più elevato di metallo, scongiurando fessurazioni della zona sotto sparo. Il fondello è rimless o rebated. Liscio (flush): questa morfologia di bossolo è stata utilizzata raramente (5 e 6,5 mm Bergmann). Il fondello non ha alcun accorgimento per consentire l’estrazione. Sotto sparo, il rinculo del bossolo è sufficiente a farlo uscire da solo dalla camera di cartuccia, ma risulta difficoltoso estrarre una cartuccia non sparata.
     
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    COME SI SUDDIVIDONO LE ARMI A CANNA BASCULANTE

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    Tratto da armietiro.it

    Agli albori delle armi da fuoco, quando i fucili erano ad avancarica, le operazioni di caricamento erano lunghe e difficoltose da eseguire nella concitazione della battaglia o durante la caccia. Per questo motivo, era utile poter disporre di una seconda canna, con una seconda carica, da utilizzare una volta esplosa la prima. La conseguenza naturale fu quella di accoppiare due canne, saldandole l’una accanto all’altra o, più raramente, l’una sopra l’ altra. Nel primo caso l’arma viene denominata doppietta a canne giustapposte, o doppietta (side by side), nel secondo caso l’arma è una doppietta a canne sovrapposte, o sovrapposto (over and under). Oggi, è consuetudine chiamare in tal modo le sole armi a canna liscia, mentre quelle a canna rigata sono chiamate express. In entrambi i casi, l’utilizzo di queste armi è rimasto quasi esclusivamente in campo venatorio. Nei Paesi centro europei è anche utilizzata un’arma dotata di due canne lisce e di una (drilling) o due (vierling) canne rigate di diverso calibro. Le canne lisce sono utili per il tiro a pallini entro i 50 metri, la canna rigata può attingere bersagli a distanze superiori. I fucili una canna liscia e una rigata sono genericamente detti combinati, mentre i fucili basculanti con due canne rigate di calibro diverso tra loro sono definiti Bergstutzen.
     
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    I FUCILI A POMPA (SLIDE-ACTION)

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    Il sistema di ripetizione a pompa (slide action) fu inventato dall’inglese Bain nel 1854 e utilizzato su larga scala, per la prima volta, dalla carabina Colt Lightning del 1883. In questo sistema, l’astina anteriore in legno è scorrevole e serve per l’azionamento dell’otturatore. Partendo con l’otturatore chiuso, si arretra l’astina con decisione: quest’ultima è collegata, tramite una briglia, all’otturatore e ne provoca quindi l’arretramento. Riportando in avanti l’ astina, l’otturatore preleva una cartuccia dal sistema di alimentazione e la inserisce in canna. Naturalmente, è previsto un blocco che vincoli stabilmente l’otturatore in posizione di chiusura poiché, in caso contrario, la spinta retrograda del bossolo provocherebbe l’apertura anticipata dell’arma, con possibili rischi per il tiratore. Questo blocco può consistere in un tassello praticato sul piano superiore dell’otturatore che si inserisce in una sede sul cielo del castello o in un prolungamento della canna, oppure in una sede nel castello entro la quale si incastra l’otturatore in chiusura, sbloccandosi per sollevamento.

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    Edited by KingThor - 3/3/2011, 01:33
     
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    I FUCILI A LEVA (LEVER-ACTION)

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    Un altro sistema di ripetizione che ha avuto piuttosto successo, soprattutto nel continente americano, è quello a leva. Si dice che sia stato ideato per la prima volta in Italia, nel 1848-50, da un certo Venditti, che applicò il principio a un’arma che utilizzava speciali cartucce senza bossolo autopropulse. L’organizzazione meccanica fu successivamente utilizzata negli Stati Uniti dalle armi Volcanic (1854), dalla carabina Henry (1860) e, infine, dalla lunga serie prodotta dalla Winchester. Il principio di funzionamento si basa su una leva di sottoguardia foggiata ad anello, entro la quale vengono inserite le ultime tre dita della mano. La struttura funge anche da ponticello del grilletto. Ruotando verso il basso la leva, questa sblocca l’otturatore e trascina indietro lo stesso, fino a espellere l’eventuale bossolo rimasto in canna. Riportando in avanti la leva, l’otturatore avanza, prelevando la cartuccia successiva presentata dall’elevatore e la inserisce in camera. L’ ultimo tratto del movimento della leva ripristina il bloccaggio dell’ otturatore, che quindi non può aprirsi accidentalmente sotto sparo. Nelle armi più antiche, l’otturatore era collegato al castello da un sistema a tre cerniere (a ginocchiello). In posizione di chiusura, i fulcri delle cerniere più esterne erano sullo stesso asse, mentre quello centrale risultava più in alto. In questo modo, l’insieme si comportava come un trave caricato di punta, risultando rigido. L’azionamento della leva di sottoguardia forzava verso il basso la cerniera centrale, rompendo la rigidità dell’insieme e trascinando in apertura l’otturatore. Nelle armi Winchester più moderne (il modello più noto e diffuso è il 1894) questo sistema è stato sostituito da un altro, più robusto, nel quale l’otturatore non è più bloccato da un ginocchiello, ma da una robusta piastra che scorre verticalmente nella sua parte posteriore. In fase di apertura, la piastra si abbassa, consentendo all’ otturatore di arretrare, per risollevarsi appena conclusa la fase di chiusura.

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    I fucili a otturatore girevole-scorrevole

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    Tratto da armietiro.it

    La prima applicazione pratica di questo sistema si è avuta con l’adozione da parte della Prussia del fucile ad ago Dreyse (1841). Nei decenni successivi, le armi a otturatore girevole-scorrevole hanno raggiunto una diffusione in campo militare pressoché universale, almeno fino alla seconda guerra mondiale. L’ otturatore è composto da un cilindro scorrevole, che contiene il percussore. Un manubrio perpendicolare, generalmente posto sul lato destro, ne permette l’ azionamento. Il cilindro impedisce l’apertura dell’arma sotto sparo per mezzo di alette, che si inseriscono nella culatta. Per caricare l’arma, quindi, bisogna prima chiudere l’otturatore facendo scorrere lo stesso in avanti e ruotare successivamente in senso orario il manubrio, in modo che le alette di bloccaggio si inseriscano nelle corrispondenti sedi nella culatta, impedendo ulteriori movimenti longitudinali. Generalmente, il percorso che compiono le alette non è piano, ma elicoidale. Questo perché, ruotando in senso antiorario il manubrio, lo sblocco delle alette coincide con un leggero arretramento dello stesso, in modo che l’estrattore a gancio (solidale all’otturatore) riesca a scollare il bossolo dalle pareti della camera (estrazione primaria). Dopo di ciò, l’arretramento del manubrio completa l’estrazione del bossolo, che viene successivamente espulso. La ragione della diffusione del sistema di ripetizione a otturatore girevole-scorrevole è probabilmente dovuto al fatto che si è ritenuto il miglior progetto per trasformare armi monocolpo a ripetizione. La disposizione delle alette può essere in testa, sull’estremità anteriore dell’ otturatore (Mauser, Carcano 1891) oppure nella metà posteriore del cilindro (Enfield). Nel primo caso si ha un’azione teoricamente più rigida, meno soggetta a vibrazione sotto sparo. Nel secondo caso, un movimento più breve dell’otturatore. Il percussore lanciato può essere armato dal movimento di rotazione del manubrio per l’apertura (Mauser) oppure può restare agganciato dal dente di scatto durante la corsa in avanti del cilindro. Nel primo caso abbiamo una maggiore resistenza del movimento di apertura, che può risultare difficoltosa in caso di incollaggio del bossolo. Nel secondo caso l’apertura è più agevole, ma il tratto finale della corsa in avanti dell’otturatore è più duro, risultando disagevole mandare il manubrio in posizione di bloccaggio. In alcuni fucili, si è preferito attuare artifici in modo da trasformare il movimento girevole scorrevole in un movimento solo scorrevole. In tal caso, l’ otturatore vero e proprio viene fatto ruotare per mezzo di profili elicoidali praticati in un portaotturatore. Le armi più famose che utilizzano questo sistema sono lo Schmidt-Rubin svizzero e il Mannlicher 1895 austriaco.

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  12. KingThor
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    Come funziona un fucile a canna liscia

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    Tratto da armietiro.it

    I fucili a canna liscia sono prevalentemente utilizzati con munizioni a pallini. Il tiro con munizioni a palla singola è comunque possibile, e risulta vantaggioso per alcuni tipi di caccia (tipicamente, cinghiale entro i 50 metri). Per avere la massima densità di rosata, spesso le canne hanno in volata un diametro inferiore di quello che hanno nella parte posteriore dell’anima: sono, cioè, "strozzate". La strozzatura si misura in decimi di millimetro: normalmente, vengono effettuate strozzature comprese tra i 2/10 e i 10/10 (un tempo erano diffuse anche le strozzature di 12/10 di millimetro). Altro sistema di misurazione della strozzatura è l’attribuzione di un numero di stelle inversamente proporzionale al restringimento: quattro stelle indicano una canna quasi cilindrica, una stella indica una strozzatura intera (10/10). La canna cilindrica (non strozzata) è principalmente dedicata al tiro a palla singola. Taluni proiettili possono anche essere sparati in canne strozzate, poiché sono sottocalibrati o hanno la capacità di autoregolarsi in base alla strozzatura. I proiettili per fucili a canna liscia devono generalmente avere alcune scanalature elicoidali per acquisire, per l’attrito con l’aria, la rotazione giroscopica che la canna non può dare loro. La Holland & Holland ha introdotto, verso la fine del XIX secolo, una canna, denominata "Paradox", ottimizzata per sparare sia munizioni a pallini sia munizioni a palla. La canna, infatti, era quasi completamente liscia, salvi gli ultimi 70-80 mm rigati. Questo consente di stabilizzare le palle singole, senza per questo perturbare la distribuzione della rosata dei pallini. Il particolare profilo delle rigature, inoltre, impedisce che le stesse vengano "intasate" dal piombo dei pallini.
     
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